Tarassaco

Il tarassaco, o dente di leone, cresce prevalentemente nei prati e si riconosce facilmente dai suoi fiori giallo intenso che lasciano presto il posto a globi soffici chiamati soffioni.

Il periodo migliore per la raccolta è a febbraio o settembre, prima che la pianta fiorisca, nel pieno delle sue proprietà salutari.

Il tarassaco è ricco di inulina, di sostanze amare quali la taraxicina e inoltre contiene olio essenziale, tannini, flavonoidi, vitamina A e C, sali minerali, acido caffeico e cumarico, oltre ad una mucillagine altamente idrofila.

La taraxicina e altri principi amari gli conferiscono proprietà depurative del fegato: favorisce la produzione ed escrezione della bile e il suo passaggio dal fegato all’intestino.

Il tarassaco è in grado di prevenire la formazione di calcoli e di sciogliere quelli di piccole dimensioni.

Molto nota anche la sua azione diuretica tanto da essere chiamato col nome “piscialetto” nella tradizione contadina.

L’inulina in esso contenuta è un fruttoligosaccaride ossia una fibra morbida che non irrita l’intestino e anzi è molto benefica in quanto ottimo prebiotico: i prebiotici sono un alimento per il microbiota intestinale (flora batterica), che così può proliferare e mantenere in salute l’intestino.

L’abbondanza di potassio contribuisce inoltre a regolare la pressione arteriosa e la quantità di fluidi corporei: attenzione solo in caso di insufficienza renale e problemi cardiaci.

Il tarassaco può essere utilizzato in decotti depurativi, ma può essere consumato in gustose insalate abbinandolo ad un ottimo olio extravergine di oliva, sale e aglio crudo tritato finemente.

A questo scopo potrete dedicavi alla sua raccolta nei campi, che ovviamente deve avvenire lontano da strade molto trafficate e da centri abitati per evitare di mangiare verdura inquinata. Se questo non fosse possibile, una valida alternativa sono la tisana e gli integratori: tintura madre, compresse o capsule di estratto contenenti tarassaco tal quale oppure in associazione ad altre piante depurative quali il cardo mariano e il carciofo.

Lascia un commento